San Giovanni d’Asso è un minuscolo borgo immerso nelle colline senesi della Val d’Orcia. Uno di quei tanti piccoli tesori che l’Italia, e in particolare la Toscana, nascondono tra incantevoli paesaggi, noti – ahi noi! – più ai turisti che agli italiani.
Il ricco tartufo sposa la povera cucina… e vissero felici e contenti”, in cui il prezioso prodotto è associato in degustazione ai piatti più semplici della tradizione gastronomica senese e ai prodotti di maggior rilievo del territorio della Val d’Orcia.
Doc Val d’Orcia. Protagonista della Doc è il vitigno Sangiovese, accanto al quale si posizionano piccole varietà autoctone nella tipologia Orcia Rosso e il trebbiano toscano per la tipologia Orcia Bianco e Vin Santo.
Una Doc nata grazie all’impegno del Consorzio del Vino Orcia, che annovera oggi 38 aziende operanti nei tredici comuni della zona di produzione, impegnato in un’intensa attività culturale che da sette anni sfocia nel grande convegno Divin Orcia, presentazione dei vini Orcia a cura dei produttori associati al Consorzio affiancata alla Mostra Mercato del tartufo bianco. Nasce così, nei suggestivi spazi del Castello di San Giovanni d’Asso, una delle più ricche e caratteristiche manifestazioni enogastronomiche dove eccellenze del territorio s’incontrano e si fondono in un rappresentativo mix che sintetizza appieno il patrimonio della Val d’Orcia.
Museo del tartufo che vi si trova all’interno, autentico vanto della cittadina. Evento clou della manifestazione è stato il grande pranzo di sabato, rigorosamente a base di tartufo bianco e vini locali, occasione in cui è stato presentato l’ultimo importante passo che il Consorzio del Vino Orcia s’appresta a compiere: la modifica del disciplinare, che arriva dopo 11 anni per garantire un posizionamento ancora più netto per i vini della Doc Orcia.
Clausola fondamentale del nuovo disciplinare sarà l’inserimento della tipologia Rosato e della Riserva di tre anni, esclusivamente a base 100% sangiovese o 90% sangiovese e 10% varietà autoctone locali riconosciute (Malvasia Nera, Colorino, Canaiolo Nero, Ciliegiolo, Foglia Tonda e Pugnitello). Un traguardo importante per una piccola Doc che conta solo 89 quintali di rese per ettaro ma che mira tuttavia a un posizionamento sempre più netto sul mercato e a una distinzione sempre più forte dalle due sorelle maggiori, la Doc Montalcino e la Doc Montepulciano.
di Flavia Rendina
21/11/11