La Fornarina fu la modella prediletta di Raffaello. Le umili origini della donna, figlia appunto di un fornaio senese, avevano indotto l’urbinate – non si sa grazie a quale “filtro” segreto di lei, insinuano i maligni dell’epoca – a prendersi cura dell’avvenente popolana che era riuscita a sedurre il pittore più in vista della corte pontificia. Un amore tutt’altro che platonico, che fece perdere la testa a Raffaello, in preda ad un’ebbrezza dei sensi tradotta in chiave pittorica nella più accesa carnalità delle sue rappresentazioni femminili suggerita da un corpo rinomato in tutta Roma per la mirabile perfezione.
Alcune fonti alludono alla presunta professione di cortigiana esercitata dalla donna ma le fortune del grande artista, spesso oggetto di invidia da parte dei contemporanei, ci fanno sospettare che in realtà si trattasse soltanto di maldicenze. Quando la sera di Venerdì Santo del 1520 Raffaello morì per una pleurite fulminante i più accaniti detrattori immaginarono addirittura che fosse stata proprio lei, con i suoi ardori amorosi, ad averne causato la prematura scomparsa, all’età di 37 anni.
Sicuramente, a detta dei biografi, l’incontro con la bella Margherita segnò la vita e l’itinerario artistico del pittore, trascinato dalla passione e da una sorta di incoscienza. Il pittore volle, ad esempio, che la sua amante assistesse alla realizzazione dei dipinti delle Logge e Stanze del Papa o che lo seguisse, di notte, negli scavi della Domus Aurea per studiare insieme a lei le decorazioni antiche (grottesche). Di più: per amore della Fornarina Raffaello rinunciò al matrimonio con la bella nipote del potente Cardinale Bibbiena, che certamente lo avrebbe aiutato nella sua già brillante carriera. Purtroppo la storia d’amore si concluse con la morte del giovane artista (“Non appena si spense un soffitto crollò in Vaticano”, Vasari) e l’allontanamento della Fornarina, per la quale si aprirono le porte del convento.
Dalle parti di Trastevere, nei pressi di Porta Settimiana, la fantasia popolare crede di individuare la casa abitata dalla bella Fornarina, precisamente al numero 20 di Via S. Dorotea, nella sede di un palazzetto rinascimentale che oggi ospita un grazioso ristorante. In verità non si hanno infatti prove certe sull’esatta ubicazione della casa, che resta un romantico santuario degli innamorati, testimone di sospiri e baci appassionati sotto la caratteristica finestrella a sesto acuto. Il ristorante Romolo è però anche una meta golosa. Nello splendido giardino segreto dedicato appunto alla leggendaria inquilina o all’interno delle storiche sale si mangia una buona cucina romana, ancora più gustosa se condivisa al tavolo con l’anima gemella, magari discorrendo di quando Raffaello e la Fornarina…