L’arte è di casa nei ristoranti romani dove sempre più di frequente, sull’onda di una moda proveniente come al solito dagli States, i talenti emergenti, ma anche quelli già affermati, hanno la possibilità di esporre le loro opere al pubblico ed eventualmente proporne la vendita.
Il locale si trasforma così in una vera e propria galleria d’arte per il piacere visivo e non solo gustativo del cliente circondato da quadri e sculture perlopiù di spiccato taglio contemporaneo. Diversamente accade nel caso in cui sia lo stesso proprietario a collezionare gelosamente le opere che gli artisti buongustai hanno improvvisato al tavolo magari ingannando l’attesa di una matriciana con un pennarello o una semplice matita. Tovaglie, tovaglioli e fogli di carta diventano così la tavolozza estemporanea dove l’artista di turno può sfogare tutto il suo estro creativo per la gioia dell’ospite che si ritrova in mano un pezzo d’autore recante una firma spesso di notevole valore. Infine ci sono gli appassionati e intenditori che amano arredare la sala da pranzo del loro ristorante con opere di pregio acquistate alle aste direttamente da nomi più o meno importanti del panorama italiano.
La vocazione artistica del ristorante Boccondivino è sempre stata molto forte, considerata la passione del proprietario Daniele Costantini e del padre, grande estimatore di autori illustri, molti dei quali ospiti con le loro opere nel ristorante, tra cui Sironi, Matisse, De Pisis, De Chirico, Warhol e Festa. L’attuale “pinacoteca” trova spazio in un autentico salotto impreziosito da lavori di artisti come Kustabi, Eielson, Sotirios e Marco Tamburro. Alla Gensola in Trastevere lo stesso Tamburro ha lasciato una serie di schizzi d’autore, visto il numero di opere alle pareti che portano il suo segno inconfondibile. Il patron Claudio Dordei va particolarmente orgoglioso anche di alcune prestigiose opere firmate Annamaria Navazio, Antonio Recalcati, Bruno Oliviero e altri maestri italiani.
Il Convivio Troiani, il Sangallo e il Myosotis hanno in salotto alcune sculture lignee di Ferdinando Codognotto, conosciutissimo nella capitale e presente anche in altri numerosi ristoranti mentre il Baby dell’Aldrovandi Palace espone sculture di Arnaldo Pomodoro accostate agli arredi design di Philip Starck. Molto ricco anche l’inventario di quadri d’autore (Schifano, Mottola, Lombardo, Pietroiusti, Mertz) in dote al ristorante Il Desiderio Preso per la Coda, ispirato non a caso al nome di una rara commedia di Picasso. L’Acino Brillo, da poco in auge alla Garbatella, ha riscosso in breve tempo un discreto successo non solo grazie ai meriti della cucina ma anche alla particolarità dell’ambiente e la mostra di ricercati autori contemporanei. Bartolo Cuomo, il raffinatissimo “oste” del Santa Lucia, amico personale di Achille Bonito Oliva e instancabile collezionista di opere firmate Cucchi, Schifano, Clemente, Chia, oggi purtroppo non c’è più ed il suo ristorante-museo rimane nei ricordi, per la ricchezza dei suoi tesori, un esempio inimitabile.
Altri locali conservano però alcuni “cimeli” di grande valore ed interesse. Volete avere un Mirò o un Guttuso da appendere a casa vostra? Il ristorante Romolo a Porta Settimiana sarà lieto di farvi omaggio di un menù realizzato sulla stampa di due bozze buttate giù dai due grandi pittori proprio al tavolo del ristorante. Sempre a Trastevere il legame tra arte pittorica e culinaria si consolida negli anni all’Antica Pesa, da sempre ritrovo goloso preferito di artisti del calibro di Ugo Attardi, che vi ha dipinto uno splendido affresco, Keith Haring (suo il disegno riprodotto sull’etichetta del vino rosso), Lorenzo Tornabuoni, Toyo Masushima, Martin Bradley e Mark Kustabi, stelle di prima grandezza del firmamento mondiale. Volentieri il ristorante, come abbiamo detto all’inizio, presta i suoi spazi agli artisti per l’allestimento di mostre a carattere temporaneo.
Uno dei primissimi ad adottare questa formula è stato il RistorArte Margutta, che espone opere assai originali come i coloratissimi quadri-scultura di Anna Izzo o i quadri iperrealisti di Marco Verrelli, le altre attrazioni del locale insieme ai piatti vegetariani. Sembra di essere a Soho ma ci troviamo a Via Margutta, non lontano da Di Fronte a, un angolo goloso dove, in un contesto postmoderno di grande suggestione, si possono ammirare personali di sicure promesse ed artisti famosi tra uno snack sfizioso o una pasta-pizza. Impossibile censire tutti i locali dove l’arte trova il suo domicilio almeno per qualche settimana fino alla programmazione successiva: Il Bibli a Trastevere, il Riparte Cafe’, Le Relazioni Culinarie, Il Melarancio, Al Ponte della Ranocchia sono solo alcuni dei ristoranti adibiti a gallerie espositive periodiche. Solo un’ultima curiosità: se le sculture a tema marino del ristorante Alberto Ciarla sono opera dello stesso patron, i bei quadri che ingentiliscono la sala dell’Enoteca Ferrara sono dipinti con vini Aglianico e Amarone, quasi a voler suggellare il felice connubio tra arte e cucina.
(pubblicato su Aroma di maggio/giugno 2007)