Aroma questa volta non si concentra su una blasonata azienda vitivinicola, preferendo rivolgere la propria attenzione su un vitigno specifico, peculiare delle Marche: il Lacrima di Morro d’Alba.
Questo vitigno autoctono, poco conosciuto in verità, ha certamente origini antichissime. La tradizione vuole che nel 1167 Federico Barbarossa avesse bevuto del succo d’uva quando dimorava nel castello di Morro d’Alba, durante l’assedio di Ancona. L’etimologia deriverebbe dal fatto che l’acino, quando giunto a maturazione, trasuda goccioline di succo che sembrano appunto lacrime. Secondo altri, invece, il nome sarebbe da collegare alla forma allungata dell’acino, oppure ad una lontana parentela con l’uva Lacrima spagnola. La coltivazione in passato veniva effettuata “maritando” il vitigno con un tutore vivo, ossia un albero, come l’olmo o l’acero, oppure ad un nudo palo di legno.
Il Lacrima è un vitigno che ha rischiato seriamente l’estinzione e solo a metà degli anni ’80 ne è cominciata la valorizzazione, fino al riconoscimento della DOC nel 1985. Il disciplinare prevede che il Lacrima di Morro d’Alba possa avere in percentuale l’85% di Lacrima mentre il restante 15% può assumere le tipologie di Montepulciano o Verdicchio. La DOC viene prodotta in provincia di Ancona e, più precisamente, nei Comuni di Morro d’Alba, Belvedere Ostrense, Monte San Vito, Ostra, San Marcello e Senigallia.
Caratteristiche ampelografiche: il grappolo è di media grandezza, e così pure l’acino, che ha forma leggermente oblunga. Si tratta di un vitigno di elevata vigoria, con produttività buona e costante. E’ tuttavia piuttosto sensibile ad attacchi di oidio, botrite e ragnetto rosso. Predilige i terreni collinari, argillosi e sabbiosi molto permeabili e profondi e necessita di soleggiamento e ventilazione.
Il Lacrima di Morro d’Alba è un vino fresco, da consumare nel giro di massimo due tre anni per poterne cogliere tutte le potenzialità e virtù. All’esame visivo si presenta con un colore rosso rubino intenso, con qualche riflesso purpureo. Al naso è floreale, fruttato e leggermente speziato, dove si possono riconoscere sentori di violetta, geranio, lampone, fragolina di bosco, mirtillo.
All’esame gustativo è secco, caldo, piuttosto morbido.
Come abbinamento gastronomico si accompagna al meglio con salumi tipici marchigiani, primi piatti a base di ragù e sontuose tagliate di manzo.
Degustazioni:
Conti di Buscareto – Lacrima di Morro d’Alba Superiore. Compagnia delle Rosa 2006. Gradi 13%. Prezzo: 16 euro.
Lucchetti – Lacrima di Morro d’Alba Mariasole 2007. Gradi 16,5%. Prezzo: 28 euro.
Stefano Mancinelli – Lacrima di Morro d’Alba Superiore 2007. Gradi 13,5%. Prezzo: 13 euro.
Marotti Campi – Lacrima di Morro d’Alba Superiore Orgiolo 2008. Gradi 13,5%. Prezzo: 12 euro.
Vicari – Lacrima di Morro d’Alba Superiore Del Pozzo Buono 2008. Gradi 15%. Prezzo: 12 euro.
di Mauro Del Carlo
(pubblicato su Aroma di marzo/aprile 2011)