I più giovani di noi possono ancora conoscere uno dei più grandi attori italiani attraverso qualche raro film ancora in programmazione in tv. Ma chi ha sulle spalle qualche anno in più, ricorda perfettamente non solo le sue pellicole più belle ma anche la sua passione per la cucina. Un vero gastronomo, un gourmet DOC che in tempi lontani dal recupero dei prodotti regionali, conosceva alla perfezione ricette antiche, trattorie nascoste, vinerie in campagna dove rifugiarsi dopo un film o durante un tour teatrale. Due libri spiegano chi era Ugo Tognazzi ai fornelli e a tavola.
Editato nel lontano 1983 per i tipi della Sugarco Edizioni, La Mia Cucina scritto a quattro mani con l’enologo Antonio Piccinardi è come un quaderno, un diario che Ugo Tognazzi ha probabilmente custodito nella sua giacca, in valigia, e che tra un set cinematografico, un viaggio in treno o in macchina per raggiungere una città e il teatro dove recitare, ha sfogliato, letto e riletto, scritto e corretto mille volte con l’unico desiderio di lasciarci decine di ricette.
Preparazioni inventate di sana pianta, con accanto un disegno quasi infantile a conferma che inventare spesso significa ritornare bambini, quando i sapori della tavola, gli odori della cucina lasciavano nella memoria un’impronta indelebile. Ecco un brogliaccio attento e meditato che mostra, oltre alle ricette, l’abbinamento del vino più adatto scelto dallo stesso Antonio Piccinardi.
Fa tenerezza leggere alla fine del libro un breve elenco dei negozi specializzati in enogastronomia e delle enoteche sparse in tutta italia. Sarebbe divertente andare a vedere se ci sono ancora, se ancora esistono e possono diventare per noi indirizzi importanti come lo sono stati per l’indimenticabile Ugo Tognazzi.
Ugo Tognazzi, La mia cucina. Con i vini di Antonio Piccinardi. Sugarco Edizioni. 262 pagine con immagini a colori
(pubblicato su Aroma di marzo/aprile 2007)