Accade a Roma e solo in pochi altri luoghi ricchi di storia e bellezza che il nome di un ristorante venga subito associato ad un monumento o sito artistico/archeologico con il quale, grazie alla vicinanza – a volte addirittura simbiosi – sembra avere un dialogo privilegiato. Questi ristoranti fortunati, che godono di tale esclusiva ubicazione, vengono spesso nominati insieme all’attrazione che rappresenta il loro primo, naturale biglietto da visita: avremo così Giggetto al Portico d’Ottavia, Alfredo all’Augusteo, Rinaldo all’Acquedotto, Armando al Pantheon, o addirittura solamente Massenzio (dall’imponente basilica ai Fori), Ara Pacis (dall’altare di Augusto “inscatolato” da Richard Meier), Ciambella (dall’omonimo arco nei pressi di Largo Argentina), Passetto (dal corridoio di fuga dei Papi verso Castel Sant’Angelo), e così via.
Iniziamo questo breve tour gastroturistico, necessariamente incompleto, dal centro storico di Roma, zona piazza Navona, dove troviamo appunto i 4 Fiumi, un ampio ristorante con gradevole dehors che si affaccia proprio sulla celebre fontana berniniana, sovrastata dall’obelisco di Domiziano, di fronte alla chiesa di Sant’Agnese, opera del Borromini (piatto consigliato: fettuccine con gamberi e funghi porcini). Non distante troviamo una tipica trattoria romana con patio esterno, Da Luigi, adiacente all’austero palazzo quattrocentesco appartenuto alla famiglia dei Borgia (piatto consigliato: fiori di zucca Balestra). Proseguendo verso il Vaticano facciamo visita ad un ristorante con location davvero d’eccezione, La Veranda, ovvero il cinquecentesco palazzo dei Penitenzieri, impreziosito da volte splendidamente affrescate, non a caso scelte come quinta del film la Grande Bellezza (piatto consigliato: tartare di gamberi rossi su burratina di Andria). Non lontano, sulle “alture” di Roma, il roof garden Les Etoiles è uno straordinario osservatorio ravvicinato su Castel Sant’Angelo e la Cupola michelangiolesca che alza il sipario sui giardini vaticani più segreti (piatto consigliato: risotto al profumo di agrumi, gamberetti e zafferano).
Facendo rotta verso Testaccio, incontriamo prima Consolini, movimentato dalle sue terrazze con importanti vestigia d’epoca romana tra cui spicca l’arco di San Lazzaro (piatto consigliato: filetto di rombo in crosta di patate e carciofi) quindi Checchino dal 1887, nel cui interno si possono ammirare le stratificazioni del Monte dei Cocci, formato dall’accumulo di anfore romane infrante (piatto consigliato: rigatoni con la pajata). Spingendosi verso l’Appia Antica, sono assai numerosi i ristoranti, per così dire, “archeologici”: L’Archeologia (nomen omen), Cecilia Metella ed in particolare l’Hostaria Antica Roma, dove ci si accomoda in un colombario d’epoca augustea per assaporare un’atmosfera ed una cucina senza tempo, proprio come alcune ricette di Apicio riproposte qui in chiave più moderna (piatto consigliato: pollo oxizomum, con porro, aceto e garum).
Di ritorno verso il centro vale una sosta il winebar 0,75, situato proprio sotto le rovine dei palazzi imperiali e gli Horti Farnesiani, a tu per tu con il Circo Massimo, l’antica pista da “Formula Uno” delle bighe (piatto consigliato: mousse di pistacchi e mandorle). Superata la Bocca della Verità e il Teatro di Marcello – dietro al quale si trovano il già citato Giggetto, re del carciofo, addossato al Portico d’Ottavia, fatto costruire da Augusto in onore della sorella e il Giardino Romano, specializzato in cucina ebraico-romanesca e dotato di affascinante giardino interno con reperti romani – ci troviamo nel cuore della città antica, il Velabro, alle spalle dei Fori imperiali, a due passi dall’Ara Coeli e piazza Venezia. L’indirizzo da non perdere qui è senza dubbio InRoma, forte di una posizione invidiabile con terrazza affacciata sulla Chiesa di Santa Maria della Consolazione, la rupe Tarpea ed il Campidoglio (piatto consigliato: rigatoni alla carbonara).
Il nostro cerchio goloso (e culturale) a questo punto sta per chiudersi: prima di tornare al punto di partenza non possiamo saltare alcune tappe fondamentali come il ristorante Sant’Anna, a pochi passi dall’area sacra di Largo Argentina – e con tanto di colonna ionica all’ingresso (piatto consigliato: farfalle alla Pierrot), l’Osteria Romana da Simmi, vicinissima a Campo de’ Fiori e a Sant’Andrea della Valle, la chiesa pucciniana di Tosca (piatto consigliato: bucatini all’amatriciana) Pancrazio, ricavato nelle mura del Teatro di Pompeo, che videro brillare le lame dei congiurati di Cesare (piatto consigliato: crostata di ricotta con scaglie di cioccolato), Al Duello, posizione strategica dalle chiese caravaggesche di San Luigi dei Francesi e Sant’Agostino (piatto consigliato: spinosini di Campofilone alla doppia bottarga) ed infine Clemente alla Maddalena, inserito magnificamente nel corredo urbano, tra la chiesa rococò della Maddalena ed il Pantheon, l’unico monumento romano che è rimasto com’era duemila anni fa (piatto consigliato: polpo verace con lenticchie di Castelluccio).