Ponza è vicina. È la soluzione ad hoc per chi decide sempre all’ultimo momento dove trascorrere le sue vacanze, è la risposta giusta alla domanda: ho solo pochi giorni, dove vado? Per raggiungere la perla delle Pontine, da Roma ci vuole giusto il tempo di un breve transfer in automobile verso Anzio, lo stesso che d’inverno si trascorre nel traffico quando è d’obbligo attraversare la città. Altrimenti, ci sono i collegamenti ferroviari con Formia, Terracina, San Felice Circeo e Napoli da cui poi salpare con traghetti e aliscafi veloci.
L’isola ci accoglie dal porto con le sue casette color pastello arroccate sulla collina, il mercato di frutta e verdura fresche, le botteghe storiche e l’interminabile sfilata di bar, pasticcerie e negozi di souvenir, soprattutto enogastronomici.
Con Ponza scatterà immediato il colpo di fulmine che ci indurrà a percorrere tutti i suoi 41 km di coste frastagliate, calette e faraglioni. Per chi sogna qualche giorno di siesta antimetropolitana, l’isola offre la spiaggia dell’Arco Naturale, poco distante Cala Inferno con accanto la spiaggia del Core (così chiamata per il suo ormai celebre cuore disegnato nella roccia) e Frontone, comodamente attrezzata con lettini e ombrelloni e collegata al porto con le imbarcazioni che continuamente traghettano i visitatori da una parte all’altra. Uscendo dal porto, sulla destra si trovano le meravigliose Grotte di Pilato o peschiere risalenti all’epoca romana, superate le quali ci si imbatte nei Faraglioni della Madonna.
Il Faro della Guardia, la punta a sud dell’isola, ci guida verso Chiaia di Luna, la più famosa delle spiagge pontine, oggi accessibile solo via mare. E, ancora, la baia di Cala Feola (con le Piscine Naturali raggiungibili a piedi) e Cala Lucia Rosa infuocata dai suoi tramonti.
Le spiagge si raggiungono tutte percorrendo centinaia di scalini scavati nelle rocce, una fatica che però viene ricompensata una volta tagliato il traguardo sugli scogli, un po’ scomodi in verità per gli appostamenti con teli e quotidiani. Prima della risalita, un consiglio: una vigorosa nuotata tra le grotte (assai suggestive ad esempio le antiche vasche romane adibite a murenaie), uno stratagemma perfetto per fare il pieno di meraviglie a fine giornata.
Per chi vuole avventurarsi nell’entroterra, la bicicletta è sicuramente il mezzo ideale da impiegare lungo la passeggiata che dalla Parata degli Scotti (a nord-est dell’isola) porta al Faro della Guardia, uno scorcio decisamente panoramico per un approccio “trekking” alla scoperta di un antico paesaggio agrario, di agavi e fichi d’India.
Per chi invece è provetto del mare, l’archeologia subacquea offre una straordinaria ricchezza, che i pirati delle anfore conoscono assai bene. Numerose sono le navi onerarie che giacciono sui fondali delle isole Pontine. L’archeologia subacquea traccia una mappa storica dell’evolversi dei commerci e delle provenienze delle merci trasportate: dal vino nostrano all’olio spagnolo, dalla salsa di pesce ai datteri africani. Sui fondali riposano anche testimonianze sommerse delle guerre mondiali: il relitto del “Corriere di Ponza”, silurato da un sottomarino tedesco il 21 marzo 1918 nel mare di Zannone; il relitto di una nave da trasporto americana, affondata da una tempesta nel marzo 1944 presso la costa di Ponza a Punta del Papa.
Se la vacanza dura qualche giorno in più sono da non perdere le gite in barca verso la meravigliosa Palmarola e la selvaggia Ventotene, l’isola di Santo Stefano del carcere borbonico e della Vasca di Giulia, la minuscola Zannone, di recente annessa al Parco Nazionale del Circeo, e Gavi, il piccolo isolotto che ospita una sola abitazione.
Insomma, chi va a Ponza ci ritorna, sempre. Un po’ come il rito propiziatorio della monetina, o meglio, l’effetto di una malìa, visto che questa è pur sempre l’isola della Maga Circe. Omero identifica infatti con Ponza l’isola in cui la Maga Circe soleva trasformare gli uomini che si trovava a tiro in animali (solo Ulisse riuscì a resisterle) e le donne in sirene con il preciso scopo di attirare i navigatori. L’isola fu anche luogo di domicilio coatto per chi aveva commesso reati contro lo Stato, per le donne indesiderate e per i cristiani perseguitati. Molti secoli dopo divenne luogo di penitenza per i nemici dei Borboni e nel periodo fascista luogo di confino per gli uomini politici avversi al regime.
La storia ci ricorda che vi dimorò anche Giulia, la figlia di Augusto, condannata all’esilio perché implicata nelle congiure contro la sua matrigna, Livia Drusilla, ma poi trasferita nella villa di Ventotene, dove ancora si conserva intatta la sua Vasca, una sorta di jacuzzi dell’antichità, oggi meta di pellegrinaggio balneare.
RISTORANTI CONSIGLIATI
A casa di Assunta – Una bella casa ponzese con terrazza panoramica ospita la cucina di Assunta Scarpati, che propone le ricette della tradizione isolana realizzate in modo fedele e genuino, talvolta anche con quel pizzico di fantasia che non guasta: polpo con patate, parmigiana di melanzane, scarola e fagioli, catalana di calamari, cucuzzella (zucca estiva con patate), pasta fresca alla “Ferdinando” (pezzogna, fiori di zucchina e gamberi), raviolo farcito di cernia con pesto di pistacchi e ricotta di bufala, fusilli alla messinese (spada, capperi, olive e pomodoro), gnocchi al pesto rosso di Palmarola. Secondi piatti all’insegna della semplicità con grigliata o frittura mista, tonno alla piastra, pezzogna al limone o all’acqua pazza. Dolci senza particolari fremiti (da provare la “mattonella”) conto più mite che altrove. Via Panoramica snc. Tel. 0771820086. Chiuso: mai. Prezzo: 40. Carte di credito: POS, DC, MC, VISA
Acqua Pazza – 1 stella Michelin splendente più che mai nel cielo dell’isola di Ponza: stiamo parlando di Gino Pesce e del suo Acquapazza, indirizzo storico della maggiore delle isole pontine. Accaparrarsi un tavolo durante la bella stagione è una mission quasi impossible ma nonostante il grande successo Gino ed il fratello Mario, esperto sub che conosce a memoria ogni angolo blu dell’isola, sono uomini di mare rimasti fedeli a se stessi, innamorati di quello che fanno. Un lavoro che procede con la naturalezza e passione di sempre, dal momento della spesa del pesce in banchina al porto, fino alla trasformazione artistica e golosa del prodotto ittico in piatti superlativi. Tra tovaglie candide e atmosfera elegante ma allo stesso tempo informale, da non perdere il tortino di seppie e carciofi, i vermicelli ai ricci di mare, i tortelli di dentice con gazpacho di pomodoro, il trancetto di tonno con melanzane e menta, la ricciola scottata su guazzetto di vongole e alici e il semifreddo di cassata napoletana e cremolata di agrumi. In cucina regnano sovrane, accanto a Gino, Patrizia e Lucia, rispettivamente mogli di Gino e di Mario. Piazza C. Pisacane, 10. Tel. 077180643. Chiuso: mai, aperto solo la sera. Prezzo: 80. Carte di credito: tutte espr, gr, mich www.acquapazza.com
La Kambusa – Non distante dalla “piazzetta” dolcevitaiola, animatissimo punto d’incontro della vita ponzese, la Kambusa propone una sapida cucina di mare da gustare sotto l’ameno pergolato che protegge il dehors in tipico stile isolano affacciato sulla banchina del porto. Da non mancare alcune specialità come il misto crudo di pesce, i paccheri di Gragnano con cozze e pecorino, la calamarata, la ricciola al sale, i fagottini di spada all’arancia e la tagliata di tonno con aceto balsamico e pomodorini. Buoni anche i dolci della casa, servizio gestito con affabilità dai proprietari Settimio e Gianna Cipolloni. Via Banchina Nuova, 15. Tel. 077180280. Chiuso: mai. Prezzo: 40. Carte di credito: tutte. www.lakambusa.it
Il Melograno – Fa parte dell’hotel di charme Santa Domitilla, pur disponendo di ingresso indipendente e giardino proprio, dove si mangia in un ambiente molto raffinato sotto un pergolato di glicini. La cucina rende omaggio alla tradizione marinara ponzese con alcune specialità tipiche, affiancate da proposte di taglio più moderno e ricercato come, ad esempio, l’involtino di murena e zucchine, il merluzzo in agrodolce, il tonno in crosta di olive nere o il torrone di totani e pinoli. Ricca carta dei vini, servizio elegante. Stessa proprietà alberghiera di Gennarino a Mare, il cui ristorante, ospitato in una suggestiva palafitta, è rinomato per le fettuccine. Via Panoramica. Tel. 077180578. Chiuso: mai. Prezzo: 70. Carte di credito: tutte. www.santadomitilla.com
Orestorante – Oreste Romagnolo, autentico lupo di mare, e sua moglie Valentina sono gli squisiti padroni di casa di questo spettacolare ristorante che domina l’isola dall’alto delle sue erte terrazze. La cucina profondamente mediterranea, un vero inno gioioso intonato al pianeta blu, propone piatti di mirabile equilibrio e raffinatissimi. La carta parla da sé: macedonia di pesci crudi con salsa all’acqua di mare, carpaccio di orata al frutto della passione, schiacciatina di scampi al caviale Sevruga, calamarata con sugo di pesce, panbagnato con filetto di orata in carpione, gamberoni con cous cous al nero di seppia e maionese di ricci, spiedini di pesce cotti sulla pietra lavica, coda di rospo al lardo di Colonnata, tanto per avere un’idea della cifra culinaria. All’altezza del panorama anche i dolci di Valentina, tra cui il mitico millefoglie e la cassatina con crema di pistacchi. Carta dei vini ampia che consente di bere il meglio del meglio anche al bicchiere. Una curiosità: l’insegna gioca con il nome del patron per presentare il ristorante alla napoletana (O’ restorante). Loc. Porto Via Dietro la Chiesa, 3. Tel. 077180338. Aperto sempre solo la sera. Prezzo: 80. Carte di credito: POS, CSi, VISA www.orestorante.it
(pubblicato su Aroma di luglio/agosto 2010)