Crisi economica o no, una cosa è certa: i gourmet più incalliti sono disposti a rinunciare a tutto, ma non ad una cena preparata dalle abili mani di una star dei fornelli. Nel 2007 la rivista americana Forbes aveva stilato una lista dei ristoranti più cari del mondo e, in barba alla disastrosa crisi globale, nei due anni trascorsi questi ristoranti a “sette stelle” non sembrano aver perso né terreno né clientela. Insomma, se si può fare a meno della macchina nuova o della vacanza ai tropici, pare che non si possa invece dire di no al viaggio sensoriale totale che solo una degustazione di alta cucina sa regalare. Un travelogue capace di portare con la mente e con il corpo verso luoghi inesplorati, che resteranno bene impressi nella memoria di tutti i sensi.
Iniziamo il nostro tour volando direttamente a New York, dove incontriamo quello che era stato eletto come uno dei ristoranti più cari in assoluto: il Masa, di proprietà dell’omonimo chef giapponese. La situazione dei prezzi non sembra essere cambiata, così come l’invito ad adottare un abbigliamento comodo e casual per affrontare in totale relax questo lungo percorso gastronomico. Una meditazione culinaria così gratificante che, dopo circa tre ore di degustazione delle specialità dello chef Masa Takayama, si arriva al momento di pagare talmente in pace con l’universo che rinunciare a beni materiali, quali i 400 o 600 dollari attorno ai quali si aggira il conto finale, parrà quasi una liberazione. Il consiglio è quindi quello di non perdere questa esperienza molto zen, soprattutto se si è riusciti a riservare un tavolo: cancellare una prenotazione 48 ore prima della data comporterebbe, infatti, un addebito sulla propria carta di credito (il cui numero si è stati invitati a lasciare come garanzia al momento della chiamata) della modica somma di 200 dollari a persona. Penale valida anche nel caso in cui ci si presenti con un commensale in meno. Nel caso in cui a prenotare sia, invece, un gruppo superiore alle sei persone, i clienti saranno invitati a sborsare anticipatamente un corrispettivo del 50% del costo della cena, che andrà ovviamente perduto in caso di disdetta all’ultimo momento. Cifre che fanno paura ma che rappresentano, a giusto titolo, una garanzia per il ristorante di rimettersi dalla spesa per l’acquisto di prodotti rari e di rapido deterioramento.
Sempre nel nuovo continente troviamo, a Chicago, l’Alinea, diretto dal noto chef molecolare Grant Achatz, che propone un tour gastronomico di ben 24 portate per un prezzo fisso di 225 dollari (vini esclusi), e a Las Vegas, proprio all’interno dell’MGM Grand, la prima e la più prestigiosa delle numerose sedi sparse per il mondo di Joel Robuchon, guidata dall’executive chef Claude Le Tohic. Questo ristorante super esclusivo, l’unico ad aver ottenuto le 3 stelle Michelin a Las Vegas, propone la cucina francese tradizionale del neo eletto “chef del secolo”, Joel Robuchon, secondo tre tipi di menù degustazione: il menù 6 portate, per un costo di 250 dollari a persona, quello a 16 portate, da $385, oppure il menù speciale da $500, che prevede 8 portate a base di tartufo nero. Specialità ufficiali della casa, i ravioli di aragosta con tartufo e cavolo verde o il trancio di branzino in spuma di erba limone con porri stufati. Il locale è dotato solo di pochi coperti, per creare un ambiente davvero intimo, ed è per questo fortemente raccomandata la prenotazione anche con largo anticipo.
Si prosegue il tour americano con un ristorante il cui umile nome non deve assolutamente trarre in inganno: parliamo del French Laundry, in Napa Valley, a nord di San Francisco. In questa location bucolica e molto chic, ci si può preparare a vivere un’esperienza davvero memorabile: già, perché, secondo la filosofia dei gestori, “un buon pasto è paragonabile ad un viaggio, che ti riporta alle fonti di piaceri che potresti aver dimenticato e ti fa scoprire luoghi che non avevi mai esplorato”. È con questo spirito di ricerca che si deve allora affrontare un percorso di nove tappe, ogni volta nuovo e diverso, studiato appositamente per stupire, eccitare, incuriosire e soddisfare l’appetito, pur lasciando quel lieve desiderio di avere giusto un altro piccolo boccone di ogni pietanza. Una vera e propria ricerca del piacere e del benessere al prezzo fisso piuttosto ragionevole di $240, se si considera che tra gli assaggi sono compresi anche tartufo, ostriche e fois gras. La prenotazione al French Laundry è ovviamente obbligatoria e deve avvenire almeno con due mesi di anticipo, lasciando come garanzia il numero della carta di credito, mentre per quanto riguarda l’abbigliamento, è richiesta la giacca e fatto esplicito divieto di shorts e scarpe sportive.
Il nostro tour continua in Oriente. Siamo ora in Giappone, a Tokyo, dove troviamo l’Aragawa, famoso per servire bistecche da 400 dollari. Il perché di questo prezzo? Si tratta di manzo Kobe, proveniente da un piccolo allevamento locale, che vanta la caratteristica di possedere una carne dalla consistenza paragonabile al fois gras. L’animale viene, infatti, nutrito esclusivamente a grano e birra, massaggiato spesso con guanti di crine, per distribuire bene il grasso, e addirittura fatto rilassare con sottofondo di musica classica, Mozart fra gli autori più orecchiati dalle mucche. Un’esclusiva gourmet che giustifica i $500 attorno a cui si aggira il conto finale.
Ritroviamo un po’ di Giappone anche a Sidney, dove il nipponico Tetsuya Wakuda si recò anni fa per cercare fortuna: si può dire l’abbia trovata nel suo Tetsuya’s, attualmente considerato come uno dei migliori ristoranti di tutta l’Australia. Persino lo chef Charlie Trotter ha speso sincere parole di lode nei confronti della filosofia di questo ristorante, che propone una cucina vera e appassionata. Le specialità proposte sono uniche, basate sulla tradizione giapponese della stagionalità dei sapori e cucinate secondo le classiche tecniche francesi, in un menù degustazione da 13 portate al prezzo fisso di 195 dollari (tasse e bevande escluse). Specialità della casa è il “confit di trota della Tasmania con konbu daikon e finocchio”, ma la caratteristica più sorprendente del locale rimane la carta dei vini, che conta etichette da un prezzo minimo di partenza di $45.
Tornando in Europa incontriamo, a Parigi, l’Arpege, dove è possibile gustare una “sinfonia” di 10 portate dello chef e musicista Alain Passard, per la cifra di 340 euro. In questo ristorante tutto è gestito alla perfezione: dalla cura del cliente, trattato come se fosse l’unico ospite della serata, alla presentazione del piatto. Un’armonia totale, come in un’unica grande orchestra intenta a eseguire uno spartito: poiché, per lo chef, la degustazione è un’arte, tanto quanto la musica e la poesia. Il menù racchiude ricette speciali, che vedono come protagoniste la verdura e la frutta dell’orto biologico dello stesso chef, da cui arrivano ogni mattina: è attraverso l’uso di prodotti di qualità che Passard intende far ritrovare ai suoi ospiti quei sapori che credevano di aver irrimediabilmente perduto.
Sempre nella capitale francese, nel cuore del Bois de Boulogne, sorge il ristorante del Relais & Châteaux Pré Catelan, dove si esprime la filosofia autentica e rigorosa dello chef Frédéric Anton. Considerando che il prezzo di un caffè espresso “speciale” si aggira attorno ai 32 euro, optare per il menù degustazione sarà sicuramente la scelta più oculata: il prezzo per le 6 portate infatti tocca “appena” i 230 euro in estate e 180 in inverno!
Si viaggia sulle stesse cifre anche in Spagna, dove al ristorante El Bulli, tempio di Ferran Adrià, si spendono 185 euro per un menù degustazione che può, tuttavia, comprendere ben 30 assaggi. Un’esperienza gastronomica magica ed indescrivibile, studiata con cura nei sei mesi in cui il ristorante rimane chiuso per permettere al team di elaborare nuove idee golose.
Si spende un po’ meno a Londra dove, per un menù prestige di 6 portate al ristorante Gordon Ramsey, dell’omonimo e famosissimo chef, sono richieste all’incirca 90 sterline (quasi 100 euro), per una selezione che può comprendere Pata Negra, petti di quaglia con fois gras e tartufo e ravioli di aragosta e salmone. A portare su il prezzo ci pensano, tuttavia, i vini provenienti dalla rinomata cantina del ristorante, che partono da una cifra minima di 40 sterline.
Concludiamo il nostro viaggio tornando a casa, a Roma, dove continua a regnare indiscusso Heinz Beck, dominando la capitale dall’alto del suo esclusivo ristorante La Pergola, presso Il Rome Cavalieri Hotel. Confermate anche per quest’anno le tre stelle Michelin e la palma di top restaurant della capitale, Beck torna a proporre il suo menù degustazione di 9 portate al prezzo di 195 euro (in alternativa, 6 portate a 170€, comunque un affare rispetto ai prezzi della carta…), dove gustare, tra le altre, capesante marinate su purè di lenticchie con pancetta alla liquirizia, ostriche Perle Bianche alla griglia su crema di zucca e scaloppe di fegato grasso d’anatra con consommè di funghi e cereali.
In Italia di più cara c’è solo l’Enoteca Pinchiorri di Firenze che propone un menù degustazione di 7 portate alla cifra astronomica di 225 euro ed un menù degustazione vini di 200 euro.
E qualora vi stiate domandando quanti sarebbero mai disposti a pagare tanto per una cena, sappiate solo che buona parte di questi ristoranti (El Bulli, in primis) sono già al completo con le prenotazioni per tutto il 2009.
D’altronde, ad andare in scena non è solo un semplice pasto, ma un’esperienza, da raccontare. E allora non resta che attendere un’occasione davvero speciale per regalarsi (o, meglio, farsi regalare) questo “viaggio” sensoriale, unico ed irripetibile.
(pubblicato su Aroma di luglio/agosto 2009)