Aroma incontra Alessandro Di Pietro, ideatore e conduttore di “Occhio alla Spesa”, programma di RaiUno in favore dei consumatori, l’unico vero format italiano di “infotainment”, cioè di informazione e intrattenimento in tv.
Qual è la formula del successo del format, anche in termini di share: carattere nazional-popolare, immediatezza del linguaggio o altro?
La televisione italiana fa poco “infotainment”, invece noi abbiamo creduto fortemente in questa formula. Innanzitutto va individuato il profilo del telespettore, target di riferimento: il nostro, dalle 11 alle 12, non giace seduto in poltrona, non si limita a digitare nervosamente i tasti del telecomando ma è un pubblico dinamico che ci guarda mentre svolge le faccende domestiche. Per questo dobbiamo catturare la sua attenzione attraverso un’informazione merceologica orientata al consumo reale ma presentata con una confezione gradevole… un vero e proprio piatto di portata, ben condito e ornato. E gli ascolti ci premiano. Nonostante ciò, come vi sarete certo accorti, abbiamo osato in questa nuova stagione e cambiato un po’ di elementi… cogliendo l’opportunità di attingere alle teche RAI e alla memoria storica di tutti noi.
Sue riflessioni personali sulla cosiddetta tv intelligente – di cui il programma è senza dubbio campione d’ascolti – capace cioè di coniugare intrattenimento con utilità pratica.
In questa stagione attingiamo al passato per leggere meglio il presente. La nostra finestra sulla trasmissione si apre con l’annuncio di Maria Giovanna Elmi, una delle nostre più care ex Signorine Buonasera, mentre nella rubrica “Almanacco del giorno prima” studiamo abitudini e oggetti ormai in disuso, mediante la cui storia, però, siamo in grado di ricostruire usi e costumi di un passato che sembra sempre più lontano. Come non ricordare l’idrolitina, le confezioni di marmellata a parallelepipedo, la busta di latte a forma di piramide. Tutto condito da vecchie gag del nostro amato varietà. Cambia, quindi, la formula dell’intrattenimento…
Trionfo di un’idea tutta italiana, dunque.
Assolutamente sì. In un mondo televisivo in cui i format vengono importati dall’estero, noi ci distinguiamo per un prodotto “fatto in casa”, in ogni senso! A noi preme portare nelle case degli italiani un’informazione reale, attraverso l’intrattenimento. La storia del consumo nel nostro Paese ci pone davanti ad alcuni affascinanti fenomeni come, ad esempio, la capacità di un elettrodomestico di modificare le abitudini di una famiglia. Pensiamo alla rivoluzione del frigorifero e di come ha migliorato la qualità non solo dell’alimentazione, ma della vita delle persone. Non un semplice elettrodomestico, ma un “domestico con la spina”.
A proposito, cosa non manca mai nel suo frigo?
Carote, insalate di ogni genere, dalla lattuga al songino. Sono onnivoro, mangio carne, pesce ma la mia dieta quotidiana è caratterizzata al 75% da frutta e verdura. Credo fermamente nell’equazione tra il cibo e la persona. Noi, come ben diceva Brillat-Savarin, effettivamente siamo ciò che mangiamo. Nel corso della nostra esistenza possiamo di fatto prevenire i malanni attraverso la dieta. Se io, ad esempio, inserisco il consumo di pomodoro, ricco di licopene – potentemente efficace come antiossidante – al centro della mia alimentazione, ne avrò dei benefici reali. Io stesso godo di quella che definisco la “costante gioventù” grazie al mio modo di gestire la dieta. Faccio sport, non riesco a pensare alla mia giornata, alla mia vita, senza attività fisica. Di ogni tipo. Piscina, tennis, calcetto. Ma anch’io ho i miei peccati di gola, amo pasteggiare con del buon prosecco, mi vizio con le uova al tegamino con tartufo bianco spolverato sopra, il tutto accompagnato da fette di pane rigorosamente di Altamura: semplicità ed eleganza.
Il rito della spesa è, specie a Roma, ancora assai vivo e radicato. Crede che i mercati rionali resisteranno alla grande distribuzione senza esserne fagocitati?
Abitualmente faccio la spesa nei mercati rionali, mi piace sentire la musicalità del mercato, le grida e i richiami dei venditori. Il supermercato è freddo in ogni senso, sia per la temperatura che per i rapporti con il cliente. Certo, è più pratico e veloce, ma la spesa diventa un fatto meccanico, ben lontano dal vivere il mercato.
A proposito di mercati, quali sono quelli che secondo lei in città esprimono il miglior rapporto qualità prezzo?
Il mercato di Testaccio è, senza dubbio, di alto livello agro-alimentare.
Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo spingiamoci in periferia e, più precisamente, nella grande realtà ortofrutticola del mercato di Val Melaina dove possiamo trovare tante ottime occasioni per acquistare verdura di qualità superiore.
Alcuni ristoranti o locali da lei preferiti a Roma o nel Lazio, dalla trattoria al grande ristorante.
Mi rendo conto di essere un orientatore al consumo… devo ammettere che a Roma non c’è nessun ristorante che possa accontentarmi in tutte le portate. Esistono, invece, ristoranti che si distinguono nettamente per le loro offerte specifiche. Iniziamo con il pesce. Sono un assiduo cliente del Gallura: qualità, originalità e livello di servizio per me sono al top, soprattutto perché resiste in un mondo enogastronomico in cui, è proprio il caso di dirlo, c’è sempre più fumo e poco arrosto.
(pubblicato su Aroma di maggio/giugno 2010)